Devo comporre una preghiera a te,
Maria.
Ma che ti posso dire? Non ho voce;
e non voglio parole.
Non ti voglio informare della vita;
non ti voglio fasciare di aggettivi.
Voglio solo ascoltare,
nel silenzio del cuore,
il tuo nome, Maria.
Ripetere quel nome e dire; "Mamma".
Il resto tu lo sai. Che mai importa
verbalizzare i momenti e le ore?
Non c'è parola che traduca il cuore:
la speranza, il timore, l'incertezza,
il buco oscuro della fede nera
o la viva letizia
della fede che splende.
Non c'è parola
che traduca l'amore.

Ma c'è l'amore?
Non lo so. Posso solo star qui
davanti a te, Maria,
e dire: "La mia Mamma
non potrà mai volere la mia morte".
Voglio pregarti dentro; voglio dire
"Mamma! Maria!".
Voglio dire "Maria" e niente più.

Analizzare il cuore?
No. Esalarlo.