Bambino con il ventre gonfio e duro,
IO te lo do il tuo pane quotidiano,
ma altri lo intercettano per sé.
Lo trasformano in getti di petrolio;
lo conteggiano in dollari fruscianti;
ne fanno lunghe canne di fucile;
ne traggono fumate velenose.
E comprano le banche del potere.
Hai visto quello strascico da sposa
tutto fatto con penne di pavone?
Era il tuo pane, bimbo. L’ha mangiato
la stoltezza di un lusso esagitato.
Hai visto quelle mani scivolose
che trasmettono buste nero-cupo
di denaro furtivo e senza nome?
Quelle mani atomizzano il tuo pane.
Era un pane fragrante di letizia
ed è stato impastato di agonia.
Essi non sanno; hanno la mente schiava.
Bimbo lacero, inerte e macilento,
la tua fame è la mia. Lo capiranno?