È lì, in mezzo ai grandi tronchi
che salgono a giocare a nascondino
fin lassù dove viaggiano le nubi.
E vuole diventare come loro.
Un eucaliptus giovanissimo.
Fusto quasi erbaceo ancora:
circonferenza esigua,
di tre/quattro centimetri appena…
Eppure mette fuori ramicelli
e foglioline affamate di sole.
Svetta e stormisce; canta una canzone.
Ha in sé quella scintilla misteriosa
che noi chiamiamo vita e che non tace,
non si ferma, non dorme e non traccheggia.
È pura come un lembo d’infinito.
È Dio la vita:
comunicata a noi come un incanto.
Anche la pianticella ardita e lieve
la sente e freme.
Lei non lo sa, ma il Signore la chiama.