(a S. M. Domenica Mazzarello)

La punta di un ago
diffuse la vita.
Acciaio irrorato di luce,
trapunse le ruvide tele
con agile grazia
e diede una veste gioiosa
all'ansia di un limpido amore.
Sottrasse il suo puro splendore
al dente dell'avida ruggine.
Scorrevole come l'incanto
di un sogno divino,
non ebbe la remora oscura
dei vili abbandoni.
Fu tutto uno slancio
nell'arduo lavoro,
che spesso si volle adornare
di un alto segreto dolore.
La punta di un ago
creò l'immortale bellezza
di bianchi tessuti
cuciti col filo
dei forti abbandoni al Signore.
Mornese conobbe
quell'ago sapiente
e il mondo ne vide
l'argenteo splendore.
E lesse sull'umile acciaio
un nome: Maria Mazzarello.
E alzò verso il cielo
la fronte assetata d'azzurro.
La punta di un ago
tracciò un gran disegno
di vive conquiste
e scrisse in ricamo di luce
la gloria di Dio.