E Dio disse: «Scenderò nel mondo.
Mi farò come un piccolo bambino:
vulnerabile e lieve
come un respiro nuovo.
Andrò nel mondo; accenderò la luce.
Accenderò la luce del mistero;
un mistero d’amore
senza sponde e confini.
Mi farò piccolino,
perché possano udire
una voce leggera
che non impone,
ma che annuncia la grazia della vita.
A piccoli bocconi darò loro
il cibo che li salva;
a sorsi la speranza.
Perché loro non sanno
dov’è il tesoro…
Li vedo e li accarezzo. Sono miei.
Mi farò piccolino come loro.
Sillaberò pian piano la Parola.
Modulerò la voce al loro canto.
Camminerò con passo
sincronizzato.
E avrò una croce.
Sarà come un abbraccio.
Sarà carica di tutto il loro pianto,
di tutta la stoltezza,
di tutto il faticare
di secoli e millenni.
E morirò stremato.
Ma poi, il terzo giorno…
Che festa per la pecora risorta!
Sì, li ho creati belli come il sole
e loro hanno voluto diventare
piccoli, opachi, poveri e sciocchini.
Hanno eretto montagne di superbia;
e la frana ha infangato il loro andare.
A me basta una grotta;
mi basta un canto, un poco di tepore.
Mi basta, perché vivo nell’Amore.