Il verde tenero
di questo aprile
si stende al sole.
Ride gioioso
come un bambino.
Vuole giocare
danzando appena
sui rami lievi.
Non sa la vita;
non sa la morte.
Non sa la dura
fatica estiva,
né il vento forte,
né il diluviare
delle tempeste.
È dolce, vivido,
solo proteso
verso quel crescere
che ancora ignora.
E lì vicino,
alto, il cipresso:
un verde cupo,
mai intaccato
dal brividore
dei mesi oscuri.
Verde pensoso,
tutto raccolto
nel consapevole
moto del tempo,
che nel suo scorrere
sfida la vita.
Quel verde ha visto
anche i bagliori
dei cieli tumidi
di furie ostili,
ma non ha dato
spazio alla resa.
La punta sale
di giorno in giorno,
tenace ed umile
verso il suo cielo.