Dov'è la tua bellezza,
o maggio, re dei mesi?
Dov'è la tua dolcezza
di zefiri cortesi?
Invan cerco l'azzurro
nel cielo abbacinante,
invan chiedo un sussurro
di vento a quelle piante.
Ho gli occhi grevi e stanchi,
non riesco a respirare,
e in mezzo a questi banchi
fatico a passeggiare.
Le bimbe, poverette,
sudano stilla a stilla
scrivendo le vendette
del sanguinario Silla.
Hanno le gote accese,
le labbra un po' dischiuse;
si sciolgon sulle imprese
di cui Pompeo s'illuse.
Le sedie scricchiolanti
aumentano la noia...
O maggio, fatti avanti!
Mostraci la tua gioia!