«Passeretti birichini,
voi non fate che giocar!
Non sapete che nel mondo
c'è ben poco da scherzar?
Ogni giorno ha la sua pena
che d'amaro punge il cuor;
non si fa pranzo né cena
senza il sale del sudor.
E s'incontran visi oscuri,
mani pronte ad artigliar;
e in agguato c'è la morte
tesa l'attimo a spiar».
Frr frr, sfreccian gli uccellini
tutti un fremito di vol;
bevon l'ultimo chiarore
che impigrisce intorno al sol.
Poi sprigionano festanti
una sagra di canzon:
«Gloria a te, Signore eterno,
che ci doni penne e suon.
Tutti i rami ci son casa,
tutto il ciel vita ci dà;
in noi palpita l'incanto
della tua semplicità».
Ora pigola pian piano
trepidando l'alberel.
Un gentil fiato paterno
salva i passeri dal gel.