I loro difetti
sono le piaghe del tuo corpo.
Bruciano
se li inasprisce
la mia superba insofferenza;
si placano
se li tocco con la bontà.
Sono lo specchio del mio nulla,
della miseria che mi corrode.
Sono il supplice grido
della tua nostalgia
di pietoso amore.
I miei difetti
sono il vuoto che attende
la tua misericordia.
Tu lo riempi di grazia
se ti volgo uno sguardo
di fidente umiltà.