«Utinam disrumperes caelos et descenderes !
A facie tua montes defluerent » (Isaia).
... al tuo volto tremerebbero le montagne.
Le mani del prete hanno preso quel pane.
La voce del prete ha gridato il mistero.
E noi non abbiamo tremato.
Abbiamo mangiato il tuo corpo,
abbiamo bevuto il tuo sangue;
e siamo tornati su strade asfaltate.
Minimi; refrattari;
atoni; dissociati.
Tu, potenza creatrice di salvezza,
sei qui con noi.
Perché tremare? Se tu scendi nel pane?
Non nel roveto ardente;
proprio nel pane!
Innocuo, salutare.
E conosci il grigiore della strada.
Straripare dagli argini? Ingrandire?
No. Camminare;
la mano nella mano.
Piccoli, refrattari,
atoni, dissociati;
ma sempre tuoi. Lasciarci trasportare.
Frammenti vivi
di questo pane.
Frammenti atomizzati.
Visibili al tuo amore.