La mia nonna non ha i capelli bianchi,
non ha la testa china e tentennante,
non ha la voce triste, gli occhi stanchi,
la mano malsicura e un po' tremante.
Non si trascina a stento col bastone,
non abbandona in grembo la calzetta,
né solitaria sta sul seggiolone
a rimpianger se stessa giovinetta.
La mia nonna ha il sorriso luminoso,
candido, aperto, saggio e comprensivo.
ha sulle labbra il canto ancor festoso,
nell'anima un ardor santo e giulivo.
È mamma buona, vigile e sapiente,
che irradia pace intorno al focolare;
è massaia solerte e previdente,
che non si scorda mai di lavorare.
La mia nonna è una nonna d'oro fino!
La sorregge la fede più sincera
e l'amore le è guida nel cammino;
la sua forza è il fervor della preghiera.
Quando mormora piano il suo rosario,
un angelo la guarda con dolcezza,
e la sua casa è un mite santuario
d'umile pace piena di freschezza
La mia nonna ha l'incanto delle fate;
presso di lei mi sento più serena
e rivivo le ore spensierate
dell'infanzia passata senza pena.
Mi ritrovo d'un tratto nel castello
fiabesco in cui vagavo un dì, bambina;
ogni torre racchiude un sogno bello
e la luna biancheggia assai vicina.
La mia nonna, carissimo portento,
fra cento nonne è certo la migliore.
Innalzare le voglio un monumento
d'affettuosi pensieri entro il mio cuore.
E scriverò sul marmo: «Vivi ancora
un milione di giorni a noi d'accanto.
Felice renderem la tua dimora,
perché t'amiamo tanto, tanto, tanto.